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“Non riesco a meditare perchè…” ecco le i dubbi sulle difficoltà di chi inizia a praticare la meditazione spiegate da trainer, psicologi, istruttori di meditazione e imprenditori che ce l’hanno fatta!

Meditare, può sembrare un’attività facile, dato che richiede di stare seduti ed evitare di pensare. Tuttavia, chi inizia a cimentarsi con questa pratica, presto si accorge della difficoltà nel dover restare immobili ed allontanare l’inarrestabile flusso di pensieri che solitamente inizia a ingombrare la mente.

“In essenza, la meditazione richiede di imparare a percepire i pensieri che compaiono nella mente, per poi lasciarli andare. Per imparare a meditare, bisogna imparare a distinguere tra i pensieri utili e quelli superflui”, spiega Suze Yalof Schwartz, fondatrice di Unplung Meditation.

La scienza ha dimostrato come l’abitudine alla meditazione regolare possiede molti benefici per la salute, compreso una migliore qualità del sonno, una migliore capacità di stringere rapporti personali con gli altri, una riduzione dei livelli di stress e una migliore salute cardiaca.

Di seguito proponiamo dei semplici consigli per gestire e superare al meglio le iniziali difficoltà della meditazione.

1. Non Riuscire a “Non Pensare”

Quando ho iniziato a praticare la meditazione, credevo erroneamente che non si dovesse avere alcun pensiero nella mente. Sentivo di sbagliare sempre, perché proprio non riuscivo a smettere di pensare! Così iniziavo a giudicarmi e questo mi impediva di entrare nello stato meditativo.

Come ho rimediato: Quando ho scoperto che la meditazione richiede di allenarsi ad osservare i propri pensieri, senza farsi influenzare da loro, ho smesso di autogiudicarmi e pensare a  me stessa come una “cattiva meditatrice”. Nei momenti in cui sentivo un pensiero particolarmente presente nella mia mente, aprivo gli occhi e lo riportavo per iscritto. Poi chiudevo di nuovo gli occhi e tornavo a focalizzarmi sul mio respiro. Mi è stato molto utile poter personalizzare la pratica meditativa nel modo che sentivo essere comodo per me.  – Christine Hassler, life coach e autrice di “Expectation Hangover”.

2. Non Riuscire a Stare Fermi da Seduti

Quando ho iniziato a praticare la meditazione per la prima volta, condividevo le 3 difficoltà più comuni legate a questa pratica: non riuscire a stare fermi, non riuscire a staccare il flusso dei pensieri della mente e non avere abbastanza tempo da dedicare alla meditazione.

Come ho rimediato: tutto quello che serve realmente per poter meditare, è focalizzarsi sul proprio respiro, che sia per un’ora, per un minuto o persino per 16 secondi. Teoricamente si potrebbe restare a meditare tutto il giorno, mentre si svolgono le attività quotidiane. Non è necessario rimanere immobili – è possibile meditare anche mentre si è in movimento. — Suze Yalof Schwartz, fondatrice di Unplug Meditation

3. Addormentarsi

Ho iniziato a meditare quando soffrivo di una carenza di sonno e stavo attraversando un periodo particolarmente stressante, durante i miei primi anni al College. In quel periodo, meditavo due volte al giorno, mattina e pomeriggio, per 20 minuti. Durante il pomeriggio, di frequente mi addormentavo nel mezzo della sessione meditativa.

Come ho rimediato: cercavo di dormire di piú e bevevo del caffè prima della meditazione . — Daniel Goleman, psicologo e autore di “A Force for Good: The Dalai Lama’s Vision for Our World”.

4. Non Avere Abbastanza Tempo Libero

La mia scusa più grande per non meditare era non avere abbastanza tempo libero da dedicare a quest’attività. Poi ho iniziato a pensare in modo più razionale, dicendomi che potevo rinunciare a qualche attività inutile, come guardare i video su Youtube, per avere almeno 5 minuti al giorno per meditare. A seconda dei giorni, riuscivo a ritagliarmi maggiore o minore tempo per la meditazione.

Come ho rimediato: Ho iniziato ad impostare la mia sveglia in modo da avere sempre del tempo per la meditazione. In alternativa, programmavo il tempo della meditazione per iscritto sulla mia agenda. Ho imparato a scegliere il momento della giornata in cui mi sentivo più libera di dedicarmi a questa attività. Ho capito, infatti, che non esiste un modo giusto o sbagliato di meditare! — Bethany Lyons, co-fondatrice di Lyons Den Power Yoga

5. Non Fare Niente

Quando ho iniziato a meditare, solo l’idea di dover restare seduti senza fare niente, rappresentava un grande ostacolo per me. Ciò che ho imparato presto, era che la meditazione poteva aiutare la mia mente ad abituarsi a “non fare niente”. Ho imparato che questa pratica mi poteva aiutare a cambiare la mia prospettiva sulla vita, donandomi una maggiore consapevolezza interiore, che mi è stata utile per compiere le scelte importanti nella mia vita.

Come ho rimediato: Iniziate con delle mini-sessioni di meditazione, di 10  minuti ciascuna, ed esercitatevi con dei semplici esercizi di focalizzazione dell’attenzione. Lo potete fare anche durante le attività quotidiane, come bere il caffè oppure camminare lungo un corridoio.   — Janice L. Marturano, dirige l’Institute for Mindful Leadership

6. Seguire le Regole Formali

La cosa che ho trovato più difficile all’inizio, era ritagliarmi del tempo per praticare la meditazione convenzionale da seduti. Appena finita l’università, ho trovato lavoro presso una grande azienda. Mi piaceva molto il mio lavoro, ma le giornate erano molto impegnative e non riuscivo a dedicare il mio tempo alla meditazione secondo le regole formali.

Come ho rimediato: Ho iniziato a cambiare il mio modo di vedere la meditazione come una pratica che deve essere eseguita in un unico modo prescritto. Questo mi ha permesso di coltivare abilità come l’autoconsapevolezza, la calma e la pratica della gentilezza anche in modi diversi rispetto a quelli prescritti dalla meditazione canonica. Ho imparato ad utilizzare diverse tecniche della meditazione e ad applicarle in diversi contesti. — Rohan Gunatillake, direttore di Mindfulness Everywhere e fondatore di Buddify

7. Volersi Muovere

Ho iniziato a praticare la meditazione dall’età di 6 anni, e com’è facile immaginare, il mio ostacolo più grande era l’obbligo di restare fermi e immobili! Sentivo una forte urgenza di alzarmi e di iniziare a muovermi. Soltanto negli ultimi anni sono riuscito ad imparare il modo giusto per rilassare la mente e non sentire l’esigenza del movimento.

Come ho rimediato: Spesso le persone non si rendono conto che per rendere la meditazione realmente efficace  serve molto allenamento. Non basta applicarsi poche volte per poi dire che la meditazione non fa per noi. Se si medita ogni giorno, nel corso di diverse settimane, diventerà sempre più facile e vi regalerà molti benefici per la salute. Inizierete a sentirvi più calmi, più concentrati e a mettere in atto un atteggiamento più tollerante verso gli altri. L’unico modo per coltivare l’abitudine alla meditazione è quello di essere pazienti e aspettare di apprendere questa pratica con il tempo.— Lodro Rinzler Sonima,  esperto di meditazione e autore di How to Love Yourself (and Sometimes Other People)

8. Non Riuscire a “Silenziare la Mente”

La mia più grande difficoltà legata alla meditazione era non il riuscire ad arrestare il flusso di pensieri che si susseguivano nella mia mente. Riuscivo a stare seduto, ma appena mi si lasciava in balia del mio mondo mentale interiore, i pensieri iniziavano a correre uno dietro l’altro. Questi pensieri erano anche piuttosto negativi e la loro presenza mi creava molta frustrazione.

Come ho Rimediato: Sono riuscito a superare questa difficoltà quando ho dato alla mia mente razionale un compito – nel mio caso, quello di ripetere dei mantra. In questo modo, sono riuscito a guidare la mia mente verso un’esperienza interiore più profonda e meno attiva. — Jeff Kober, esperto di meditazione

9. Sentire Dolori alle Gambe e alla Schiena

Quando ho iniziato a meditare per la prima volta, sentivo dei dolori agli arti e alla schiena. Le gambe si addormentavano per via della posizione fissa, da seduti, e la schiena era dolente per la mancanza di appoggi.

Come ho rimediato: Una volta il mio maestro di meditazione mi ha insegnato come posizionare i cuscini in modo da offrire al mio corpo il giusto supporto. Appena ho assunto un corretto allineamento del mio corpo, rispetto al pavimento, tutti i dolori sono cessati! — Brett Larkin, insegnante di yoga e meditazione

10. Pensare “Quanto Manca alla Fine?”

Durante le mie prime sessioni di meditazione, ero poco spontaneo. La mia mente non riusciva a placarsi e mi domandavo continuamente quanto tempo mancasse alla fine della seduta. Pensavo continuamente al mio elenco di cose da fare, mi rivolgevo molte autocritiche e mi concentravo su tutti i dolori fisici che avvertivo.

Come ho rimediato: Per prima cosa, ho fatto un patto con me stesso, che dovevo rispettare a tutti i costi. Decisi di meditare tutti i giorni per 21 giorni consecutivi. Prendermi l’impegno a meditare, è servito per allenare la mia mente a canalizzare l’attenzione nel modo giusto. Come per tutte le attività, anche la pratica della meditazione richiede dell’esercizio per essere appresa nel modo migliore. Con il tempo, la mia mente si è acquietata e ho smesso di giudicare le mie esperienze, da lì in poi, tutto è diventato più facile. — Lynne Goldberg, fondatrice di OMG! I Can Meditate

11. Non riuscire ad essere costanti

Ho trovato molto difficile riuscire a meditare con costanza. Oscillavo tra rigore estremo e irregolarità dell’esercizio. Il mio problema era cercare di adattarmi alla pratica meditativa.

Come ho rimediato: Ho reso la meditazione una parte integrante del mio stile di vita, in questo modo è diventato impossibile escluderla dalla mia routine quotidiana. – Jeffrey Rubin, Ph.D., psicoterapeuta ed istruttrice di meditazione, autrice del libro “ Meditative Psychotherapy

12. Lasciare Andare le Emozioni

Da quando ero bambino, ho imparato a reprimere le emozioni negative come la paura, la rabbia e il dispiacere. Nel corso di molti anni, sviluppiamo delle strategie disfunzionali per la gestione delle emozioni, le quali rimangono spesso sepolte nel nostro mondo interiore. Tendiamo a compensare la presenza di emozioni represse con comportamenti quali lo shopping compulsivo, un eccesso di lavoro, dipendenze da droghe o alcol. La maggiore difficoltà che ho riscontrato mentre imparavo a meditare, era dover riprendere contatto con le proprie percezioni interiori e veder venire a galla molte emozioni precedentemente represse o inibite. Quando ciò accadeva, ero solito sentirmi molto ansioso e incapace di restare fermo – sintomi che gli psicologi comunemente definiscono come “ansia nevrotica”.

Come ho rimediato: è difficile tornare a provare le emozioni che si cercavano di isolare ed eliminare sin dai tempi dell’infanzia. Ho dovuto fare un percorso graduale per iniziare a riconoscere le mie emozioni negative e imparare a gestirle in modo efficace. La chiave del mio successo è stato il supporto sociale che ho ricevuto dai miei amici e dai maestri della meditazione nel corso degli anni. – Josh Korda, insegnante presso Dharmapunx NYC

13. Continuare a Pensare All’Elenco di Cose da Fare

La principale difficoltà che ho incontrato nelle prime fasi della pratica meditativa, era riuscire a fermare la mia mente. Appena mi sedevo per meditare, nella mia mente si alternavano continuamente tanti pensieri, dall’elenco di cose da fare alle preoccupazioni che sentivo.

Come ho rimediato: nel corso del tempo ho imparato ad accettare il flusso dei pensieri, invece di cercare di bloccarlo. In questo modo ho imparato a concentrarmi sul mio respiro e sul mio mantra.— Gabby Bernstein, autrice del  bestseller del New York Times- “ Miracles Now”

14. Rinunciare Dopo Due Settimane Di Prova

La prima volta che ho provato a meditare era presso un corso settimanale a cui mi ero iscritta, mentre studiavo al College. L’istruttore, era solito camminare intorno a noi e colpirci con un bastone di bambù, ogniqualvolta alzassimo le mani per segnalare che un pensiero si stava impossessando della mente. Avevo talmente tanti pensieri, che dopo due settimane, decisi di rinunciare.

Come ho rimediato: Più avanti con il tempo, ho imparato che è normale sentire il proprio flusso di pensieri, senza riuscire ad arrestarlo. Bisogna lasciare scorrere i pensieri, per poi lasciarli andare lontano. Se si assume un atteggiamento costante nel praticare la meditazione, si impara gradualmente a coltivare una migliore autoconsapevolezza interiore, che alla fine renderà quest’esperienza molto benefica e rigenerante per la mente e per il corpo. — Davidji Grokker, esperto di meditazione

15. Continuare ad Assumere un Atteggiamento Giudicante

La sfida piú grande durante il mio allenamento alla meditazione, era quella che ho definito  “ superare la trance di autosvalutazione”. In qualche modo, ero sempre intenta a giudicare il mio modo di meditare come scorretto e mi dicevo che era necessario migliorarlo a tutti i costi. Questa costante svalutazione del mio modo di fare, mi rendeva perennemente insicura delle mie capacità e l’insicurezza personale si riversava sugli altri ambiti della mia vita. Iniziavo a pensare che dovevo essere più generosa, meno auto-centrata e meno giudicante. Tutto questo mi impediva di raggiungere uno stato di rilassamento e di provare un senso di gratificazione, che solitamente accompagna le sedute di meditazione.

Come ho rimediato: Sono diventata consapevole delle conseguenze negative che può avere un senso di inferiorità personale e di quanto questo stato possa trasformarsi in una fonte di continua sofferenza. Ho preso consapevolezza dei miei pensieri e delle emozioni negative che mi stavano influenzando e questo mi ha permesso di lasciarle andare. – Tara Brach, istruttrice di meditazione e Psicologa Clinica.

Il Verdetto Finale

Se pensavi di essere l’unico a non riuscire a meditare,  ti sbagliavi alla grande! Tutte le testimonianze raccolte in questo articolo possono servire a motivarti, ricordandoti che persino una pratica rilassante come la meditazione, richiede un po’ di tempo e pazienza per essere appresa al meglio. Non mollare!